lunedì 18 febbraio 2008

SERIE A: VENTIDUESIMA GIORNATA DI CAMPIONATO


JUVENTUS - ROMA 1-0
Del Piero umilia i giallorossi

Gli occhi del capitano all'ingresso in campo, le smorfie del suo viso nel corso della gara, l'urlo gladiatorio al momento dello splendido gol, enfatizzano a giusto modo tutta la classe, la grinta e l'umiltà dei ragazzi bianconeri.
Icona del calcio moderno, Pinturicchio sostiene ancora una volta il peso della propria squadra - ribadendo la tradizione e l'onore della maglia che fu anche di Michel - regalando una prestazione emozionante, di rara intensità tecnica ed agonistica.
Il decimo, fantastico gol stagionale in campionato, ripropone dunque con forza il "modello Del Piero", campione assoluto e gentile, caparbio ed elegante, mai sopra le righe fuori dal campo, sempre fenomenale sul terreno di gioco.
Il tempo è galantuomo.
Alex ha atteso a lungo questo momento. La sofferenza e l'umiliazione della serie cadetta non ne hanno scalfito la classe immensa, ma semmai forgiato ancor di più lo spirito ed il carattere.
Del Piero è storia ed emblema del calcio pulito. Del Piero è la Juve moderna.
Lo dice il campo, lo ribadiscono i numeri impressionanti (anche) delle gare più importanti della Vecchia Signora.
Decisivo sin da giovanissimo nel mondiale per club (Tokio 1996), oltre che nelle innumerevoli gare di Champions, il 10 bianconero ha da sempre dimostrato il proprio ruolo determinante nei momenti topici.
Così è avvenuto negli scontri titanici a livello europeo (come non ricordare ad esempio la rete contro il Real Madrid nel 2001), così di recente in azzurro (la deliziosa piroetta gol nella semifinale dei mondiali di Germania), da sempre nelle battaglie di campionato (da ultimo la linguaccia irridente dopo la magnifica punizione a S.Siro per 1l 29 scudetto).
Alessandro (Magno) umilia, dunque, il piccolo Totti. Il rivale giallorosso - da sempre erronaneamente accostato al campione juventino - il "pupo de oro" de noiartri è, infatti, ancora una volta abulico, calcisticamente depresso, ai piedi del capitano bianconero.
Come tutta la Roma del resto.
Il collettivo di Ranieri ha infatti ribadito, in ogni reparto, i connotati indelebili della propria fisionomia stagionale: capacità di soffrire, ritrovando in Nedved la furia dei tempi migliori; eleganti acuti tecnici, con Camoranesi e l'osannato Del Piero; concretezza e caparbietà, con il Krotoniata Iaquinta, il solito C. Zanetti ed il nuovo Sissoko; solidità difensiva, con Chiellini e Zebina degnamente assistiti da Legrottaglie e Molinaro.
E' stato, dunque, il giorno tanto atteso da milioni di appassionati bianconeri, la rivincita su tanti avversari: la Roma ed i romanisti - da sempre detrattori del campione veneto e della gloria di Madama - il resto del popolo antijuventino - poco incline ad ammettere le grazie di una squadra ora sempre più temibile - gli stessi numerosi pseudo-tifosi bianconeri, troppo impegnati nel criticare la nuova giovane dirigenza al cospetto della passata Triade.
La Juve attuale rappresenta, dunque, l'avversaria più credibile dell'inarrivabile corazzata Inter.
Il secondo posto in classifica - dopo i successi di Udine e del sabato appena trascorso - non più chimera estiva, ma concreta possibilità.
I bianconeri hanno dimostrato sul campo maggiore solidità, più concretezza, migliore capacità tecnica rispetto ai capitolini. I giallorossi - sostenuti a centrocampo dal solo De Rossi - non hanno, infatti, mai impensierito Buffon anche nel corso della ripresa, malgrado lo svantaggio.
Non è, dunque, un caso che nei due scontri diretti contro i romanisti Madama abbia raccolto 4 dei 6 punti totali a disposizione.

La gara in cifre

JUVENTUS-ROMA 1-0
RETI: Del Piero al 45' p.t.

JUVENTUS: Buffon; Zebina, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Camoranesi (1' s.t. Nocerino), Zanetti, Nedved (36' s.t. Palladino); Del Piero; Iaquinta, Trezeguet (23' s.t. Sissoko).
In panchina: Belardi, Grygera, Salihamidzic, Tiago.
All. Ranieri.
ROMA: Doni; Cassetti, Ferrari, Mexes, Tonetto; De Rossi, Pizarro (28' s.t. Aquilani); Taddei (15' s.t. Giuly), Perrotta (37' s.t. Esposito), Mancini; Totti.
In panchina: Zotti, Panucci, Cicinho, Brighi.
All. Spalletti.

ARBITRO: Saccani.
AMMONITI: Chiellini, Nocerino, Mexes, Mancini

Le pagelle di Mumo Orsi

Buffon n.g.: Inoperoso per tutta la gara. Il fuorigioco di Totti impedisce di mettere a taccuino il bell'intervento sulla punizione di De Rossi.
Zebina 6,5: Preciso, elegante, si fa notare anche per alcune discese sulla propria fascia.
Legrottaglie 6,5: E' soltanto lui ad impensierire Buffon nel primo tempo. Nell'anticipare Totti, colpisce infatti il palo amico. Poi annulla dal campo il capitano giallorosso.
Chiellini 6,5: Attento, concreto, senza sbavature. Con lui il reparto difensivo è decisamente solido.
Molinaro 6,5: Merita i complimenti. Sovrasta gli avversari sulla propria corsia con caparbietà e fisico da granatiere.
Camoranesi 6,5: 45 minuti di eleganza. (Nocerino 5,5 Inversamente proporzionale per classe al sostituito Camoranesi. Tanta corsa, pochi piedi).
C. Zanetti 6,5: Molto concreto, poco appariscente, domina Aquilani e compagni. Il solo De Rossi gli si oppone.
Nedved 7: Pavel risorge nel momento decisivo della stagione. Lottatore mai domo. Campione indiscutibile (Palladino n.g.).
Iaquinta 7: Dell'antica Kroton conserva tutto lo spirito battagliero e l'arguzia nei movimenti d'attacco. Sostiene la fase offensiva con abnegazione e caparbietà. Splendida la rovesciata aerea neutralizzata dall'ottimo Doni.
Del Piero 8: Il gol è fantastico. Punizione precisa, violentissima. Fa piangere i romanisti, come in tante altre occasioni. Per l'intera gara trascina la Juve, con classe e grinta. Semplicemente il calcio.
Trezeguet 5,5: Re David si segnala soltanto per l'assist a Iaquinta nel primo tempo, preludio all'apoteosi di Alex. (Sissoko 6,5 Ottima prestazione. Preciso, fisicamente prestante, assicura equilibrio e solidità a cantrocampo).

lunedì 11 febbraio 2008

SERIE A: VENTIDUESIMA GIORNATA DI CAMPIONATO

UDINESE - JUVENTUS 1-2
Camoranesi-Iaquinta...e la Juve vola

Il Friuli si conferma, ancora una volta, crocevia importante per le sorti della Juventus.
Proprio nella terra di Capello, infatti, la Vecchia Signora - nella recente storia calcistica - ha potuto arricchire la propria illustre bacheca (da ultimo l'incredibile scudetto del 5 Maggio 2002) ma, al contempo, dovuto patire la mala sorte (il terribile infortunio subito da Del Piero nel 1998, ad esempio).
Ad Udine, pertanto - anche in questa stagione - la squadra di Ranieri affronta un passaggio delicato del proprio incerto presente, conquistando una vittoria probabilmente decisiva per il prosieguo del campionato.
Eliminando, di fatto, una diretta concorrente la Juve è, infatti, più vicina al traguardo Chiampions.
Il balbettante primo tempo offerto dai torinesi conferma, in ogni caso, tutte le incoerenze del collettivo bianconero, ancora poco adeguato per traguardi ambiziosi. La scoppiettante ripresa ribadisce, invece, tutto il carattere e l'indiscutibile sete di vittoria dei ragazzi di Ranieri.
Emblematica, in tal senso, la prestazione di Mauro German Camoranesi: irritante per oltre 45 minuti, il campione di Tandil risorge nella ripresa risultando determinante ai fini della vittoria non soltanto per il momentaneo pareggio aereo ma, anche, per l'importante apporto tecnico offerto a centrocampo.
Iaquinta conferma, poi, la dura legge dell'ex.
E', infatti, il coriaceo ariete calabrese a violare la porta di Handanovic dopo pochi secondi dal proprio ingresso in campo (al posto di un opaco Trezeguet), per il definitivo 2-1.
Da segnalare, infine, l'ottima prestazione di Pavel Nedved - finalmente decisivo nelle dinamiche di attacco bianconero - e l'incoraggiante ingresso in campo di Palladino, probabilmente galvanizzato dalla recente gara disputata in Nazionale.
Nota a parte merita il redivivo Buffon.
Infastidito probabilmente dal sole e chiaramente privo del ritmo partita, è incerto nei primi minuti, sia in occasione del vantaggio dei padroni di casa che sul calcio d'angolo di D'Agostino al 17' (traversa piena).
Il campione del mondo è, tuttavia, assolutamente fantastico e determinante sul fendente in area di rigore di Di Natale al minuto 29 della prima frazione (impedendo il doppio vantaggio friulano) e su quello di Imler nella ripresa.
E' proprio vero, il portiere più forte del pianeta assicura alla propria squadra almeno 15 punti a stagione.

La gara in cifre

UDINESE-JUVENTUS 1-2
RETI: 6'pt Dossena, 16'st Camoranesi, 31'st Iaquinta.

UDINESE: Handanovic; Zapata, Coda, Lukovic; Ferronetti (43'st Candreva), D'Agostino, Inler, Dossena; Floro Flores, Quagliarella, Di Natale.
In panchina: Chimenti, Zapotocny, Colombo, Eremenko, Isla, Siqueira.
Allenatore: Marino.
JUVENTUS: Buffon; Zebina, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Camoranesi (41'st Sissoko), Nocerino (25'st Palladino), Zanetti, Nedved; Trezeguet (30'st Iaquinta), Del Piero.
In panchina: Belardi, Salihamidzic, Grygera, Tiago.
Allenatore: Ranieri.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.

Le pagelle di Mumo Orsi


Buffon 7 Il rientro è da brividi. Poco sicuro in occasione del gol friulano, spaesato sull'angolo di D'Agostino che colpisce i pali. In seguito, dimostra tutta la propria immensa classe, salvando il risultato con interventi prodigiosi.
Zebina 5,5 Risente dell'inattività pregressa. E', in ogni caso, il miglior laterale destro dell'attuale organico juventino.
Legrottaglie 5,5 Errore decisivo in occasione del vantaggio udinese. Appare in leggero calo rispetto alle precedenti, brillanti prestazioni.
Chiellini 6 Rispetto al collega di reparto difensivo assicura maggiore presenza fisica anche in area avversaria. Subisce (almeno) un fallo da rigore, non sanzionato dall'arbitro. In alcune occasioni è tuttavia scomposto, soprattutto nell'uso delle braccia a danno degli avversari.
Molinaro 5,5 Molto affaticato. In mancanza di vis atletica evidenzia tutte le proprie carenze tecniche.
C. Zanetti 5,5 Impalpabile nel corso della prima frazione di gioco. Cresce un po' nella ripresa.
Nocerino 4,5 Assente, sconclusionato, lento, poco lucido. Non riesce ad impostare il gioco né a contrastare le iniziative avversarie. (Palladino 6,5 Pochi minuti a disposizione, ben sfruttati. Incoraggiante la sua prestazione. Dinamico, molto voglioso, sempre preciso).
Nedved 6,5 Il migliore della Juve, assieme a Camoranesi. Lotta, corre, tenta sempre di incidere.
Camoranesi 7 Irritante nel primo tempo, sale in cattedra nella ripresa. Suo il gol di testa per il momentaneo pareggio. Decisivo una volta spostato in mezzo al campo da Ranieri. (Sissoko n.g.)
Del Piero 5,5 Poche magie. Pregevole, in ogni caso, la pennellata dal corner per il pareggio di Camoranesi.
Trezeguet 5 I compagni non lo assistono, dimenticandone le doti di infallibile cecchino. Lui non entra mai in partita (Iaquinta 7 Gol decisivo a pochi secondi dal proprio ingresso in campo. Esultanza pacata, nel pieno rispetto del pubblico che per anni lo ha ammirato. Perfetta la sua gara).


mercoledì 6 febbraio 2008

YELENA ISIMBAYEVA


Nata a Volgograd il 3 giugno del 1982 Yelena Gadschiyevna Isinbayeva, campionessa olimpica e mondiale del salto con l’asta, rappresenta per classe ed eleganza la versione al femminile dell'immenso Sergei Bubka.
Donna ed atleta dal fascino intrigante e sensuale, sino ad oggi è riuscita nell'impresa di migliorare 19 volte il record del mondo, raggiungendo i 5,01 m all'aperto ed i 4,93 m al coperto.
La sua carriera sportiva la vede protagonista dapprima quale giovane speranza nella ginnastica artistica - successivamente abbandonata all'età di quindici anni - per poi coronarla Regina indiscussa della disciplina del salto con l'asta, introdotta in campo femminile soltanto nel 1992.
Le doti acrobatiche affinate in ginnastica permettono infatti sin da subito alla giovane russa di mettersi in luce in campo internazionale.
All'età di appena 16 anni, nel 1998, si classifica al nono posto ai mondiali juniores ad Annecy in Francia (misura di 3,90 m).
L'anno successivo, Yelena si aggiudica il titolo mondiale giovanile con la misura di 4,10 m. Seguono il titolo mondiale juniores con 4,20 m nel 2000, ed il titolo europeo juniores con 4,40 m nel 2001.
Nel 2002, la prima medaglia in una manifestazione internazionale seniores: l'argento ai campionati europei con la misura di 4,55 m, dietro alla connazionale Svetlana Feofanova (4,60 m).
Ai successivi mondiali indoor di Birmingham nel 2003, è sempre la Feofanova a precederla sul gradino più alto del podio con l'(allora) record del mondo di 4,80 m. Isinbayeva è, comunque, immensa con i suoi 4,60 m.
Nel corso della stagione all'aperto, al meeting di Gateshead, Yelena osserva dall'alto tutte le altre atlete, stabilendo con 4,82 m. il nuovo primato del mondo, il primo della sua carriera.
Ai successivi mondiali di Parigi agguanta, invece, soltanto il bronzo preceduta dalla solita Feofanova (4,75 m.) e dalla tedesca Annika Becker.
Il 2004 incorna definitivamente la Russa di Volgograd quale padrona assoluta della specialità. Yelena offusca, infatti, la gloria della connazionale Feofanova e della statunitense Stacy Dragila, principali protagoniste del salto con l'asta femminile nelle precedenti stagioni.
Nel corso del mese di Febbraio Isinbayeva stabilisce, infatti, il nuovo record del mondo al coperto (4,83 m.).
La classe e l'orgolglio della Feofanova riemergono la settimana successiva toccando quota 4,85 m., ma ai mondiali indoor di Budapest è Yelena ad aggiudicarsi il titolo mondiale con il nuovo incredibile record di 4,86 m..
I successivi meeting estivi si caratterizzano per i continui miglioramenti del primato all'aperto ritoccato nel frattempo dalla statunitense Dragila (4,83 m).
Isinbayeva - dapprima salita a quota 4,87 m. - respinge infatti definitivamente l'attacco da parte della rivale Feofanova (4,88 m.), volando a 4,89 m.
Ad agosto Yelena si ripete vincendo l'oro olimpico ad Atene con l'ennesimo record del mondo (4,91 m), davanti alla rivale di sempre (la Feofanova è infatti seconda a 4,75 m.).
Nel corso del 2004, stabilisce sette record assoluti portando il primato al coperto da 4,80 m a 4,86 m e quello all'aperto da 4,82 m a 4,91 m.
A fine stagione viene eletta Atleta donna dell'anno dalla IAAF.
Nei primi mesi del 2005 migliora quattro volte il primato al coperto, arrivando fino a 4,90 m in occasione della vittoria agli Europei di atletica leggera indoor.
All'aperto comincia, invece, a ritoccare il primato dapprima di un centimetro al meeting di Losanna, per poi "fermarsi" a Madrid a 4,95 m.
Il successivo 22 luglio 2005, al meeting del Crystal Palace di Londra, dopo aver saltato al secondo tentativo 4,96 m., Yelena migliora ancora di un centimetro il primato assoluto, toccando la storica quota 5,00 m.. E' dunque raggiunta la misura da sempre considerata impossibile ad una donna.
Un mese dopo, i mondiali di Helsinki la vedono toccare quota 5,01 m, con relativa inevitabile conquista dell'oro mondiale (è il suo nono record).
E' dunque, ancora una volta, Atleta donna dell'anno.
Il 2006 le regala il nuovo primato al coperto a quota 4,91 m. Ai campionati mondiali indoor di Mosca è oro ma con la misura - per lei modesta - di 4,80 m, medesima quota raggiunta ai vittoriosi campionati europei di Goteborg.
Nel 2007, al meeting di febbraio di Donetsk ritocca il record mondiale indoor portandolo a 4,93 m. per poi conquistare la vittoria ai Campionati del mondo di Osaka, malgrado il fallito tentativo a quota 5,02.

lunedì 4 febbraio 2008

SERIE A: VENTUNESIMA GIORNATA DI CAMPIONATO

JUVENTUS - CAGLIARI 1-1
Delusione bianconera

L'ultima della classe impone un inaspettatto pareggio casalingo alla Juventus - al termine di un incontro ben giocato dagli isolani e mal gestito dai ragazzi di Ranieri - interrompendo la rincorsa dei bianconeri al secondo posto della classifica.
Il Cagliari soffre, infatti, soltanto nei primi 20 minuti di gara per poi crescere autorevolmente a centrocampo e pungere la retroguardia di casa con pericolose ripartenze.
La Juve, poco dinamica e spesso in deficit di ossigeno, patisce terribilmente l'assenza di C. Zanetti manifestando i soliti gravi limiti nella fase di costruzione di gioco.
Tiago offre alcuni sprazzi confortanti rispetto al recente passato ma non impone mai la propria qualità tecnica in mezzo al campo; Nocerino è davvero confuso e mai decisivo neppure in fase di copertura.
La brillantezza dimostrata da Del Piero e compagni nella vittoriosa trasferta di Livorno trova, dunque, conferme soltanto nei primi minuti di gioco soprattutto per merito di Nedved.
E' Trezeguet a sprecare la prima vera occasione da rete costruita dal ceco al minuto 11.
Il francese, indisturbato in area di rigore rossoblu, non punisce infatti la difesa avversaria sparacchiando addosso all'ottimo Storari.
Palladino, abulico ed incompleto, imita ReDavid dopo pochi minuti non concretizzando al meglio un magnifico assist di Del Piero.
Il campo allentato spegne, dunque, da subito le velleità bianconere ed il Cagliari ne approfitta prontamente grazie all'ottimo pressing ed alla tranquilla gestione della palla.
In finale di primo tempo spetta, pertanto, a Belardi ipnotizzare Larrivey, lanciato magnificamente a rete in piena solitudine.
La ripresa non muta le dinamiche e l'inerzia della partita.
E', infatti, la squadra sarda a sfiorare il vantaggio al 4' ancora con il proprio attaccante argentino che tuttavia, indisturbato in area bianconera, spreca incredibilmente di testa.
Il meritato vantaggio rossoblu si concretizza al minuto 10.
L'angolo è di Foggia, il colpo di testa vincente di Bianco; la difesa di Ranieri colpevolemente immobile.
La Juve reagisce, comunque, immediatamente agguantando il pareggio dopo pochi secondi grazie al ritrovato Nedved che - con perfetto fendente da fuori area - ricorda al popolo di casa il suo glorioso passato.
E' comunque un isolato lampo di classe dell'ex-campione, nulla più.
I sardi, infatti, mantengono le redini della partita creando una ulteriore, incredibile occasione da rete al 25'.
Belardi, inizialmente titubante sul tiro da fuori area di Cossu, imita Buffon sulla ribattuta di Canini agguantando la palla con balzo felino sulla linea di porta.
L'ingresso in campo del prestante Sissoko, molto volenteroso e dinamico, assicura maggiore peso al centrocampo bianconero ma non troppa fantasia.
La Juve, ancora una volta non punita in contropiede da Acquafresca, prova a vincere la gara con un generoso forcing finale, ma ottiene soltanto qualche calcio dalla bandierina.
Al 42', l'angolo di Camoranesi è perfetto, ma il colpo di testa di Salhiamidiciz si spegne a lato.
La gara si chiude, dunque, senza ulteriori sussulti.

La gara in cifre

JUVENTUS-CAGLIARI 1-1
RETI: 55’ Bianco, 56’ Nedved

JUVENTUS: Belardi, Salihamidzic, Legrottaglie, Grygera, Molinaro, Palladino (46’ Camoranesi), Nocerino, Tiago(67’ Sissoko), Nedved, Del Piero, Trezeguet.
All. Ranieri
CAGLIARI: Storari, Ferri, Lopez (16’ Canini), Bianco, Agostini, Conti, Parola, Fini, Foggia (46’ Cossu), Jeda, Larrivey (71’ Acquafresca).
All. Ballardini
ARBITRO: Giannoccaro
AMMONITI: Camoranesi (J), Jeda, Conti, Fini (C)

Le pagelle di Mumo Orsi

Belardi 6,5 Pronto nel primo tempo sul rasoterra di Foggia e su Larrivey. Compie un mezzo miracolo sul timido Canini, dopo una errata smanacciata sul tiro di Cossu. Perfetto in uscita bassa su Acquafresca.
Salihamidzic 5 Volenteroso come sempre, nulla più.
Legrottaglie 6 Pronto in numerosi recuperi, poco preciso nei rilanci.
Grygera 6 Non è elegante, ma concreto.
Molinaro 5 Appare stanco e provato, non spinge quasi mai sulla propria corsia.
Palladino 5 Inconcludente, mai preciso. (Camoranesi 6 Qualche lampo di classe, anche sui calci piazzati)
Nocerino 4,5 Confuso, poco aggressivo, non riesce a rendersi utile neppure nella fase di copertura.
Tiago 6 Qualche timido segnale di ripresa rispetto al nefasto passato. Decisivo in due interventi in fase difensiva all'interno dell'area di rigore bianconera. Non brilla però in fase di impostazione di gioco (Sissoko 6 Prestante fisicamente, volenteroso).
Nedved 6,5 Finalmente decisivo, molto attivo soprattutto nel primo tempo. Il gol ricorda i fasti del passato.
Trezeguet 5,5 Fallisce la palla del vantaggio ad inizio gara. Poi scompare dal gioco, mal assistito dal centrocampo.
Del Piero 5,5 Il suo assist per Palladino, sprecato dal campano nel primo tempo, è delizioso. Il resto non all'altezza della sua gloria.