mercoledì 12 settembre 2007

NICOLA GRATTERI - FAUSTO BERTINOTTI 3-0

a W l'Italia in diretta

"(....) Le autovetture destinate ai servizi di scorta del personale della Procura di Reggio Calabria rischiano di fermarsi ogni 48 ore. Hanno un chilometraggio in media superiore ai 200.000 Km, come del resto gli altri veicoli messi a disposizione dallo Stato alle strutture che operano in Calabria per combattere la malavita organizzata (...)".

"(....) Spesso sento affermare che la gente di Calabria non ha reagito all'attacco della'ndrangheta, rimanendo "passiva" a differenza ad esempio della popolazione siciliana che, in occasione delle stragi del '92 (Falcone e Borsellino), si sollevò.

Ebbene, ciò è assolutamente falso. I calabresi hanno reagito, ampiamente protestato ...ma se in occasione degli eventi drammatici di Palermo lo Stato - perchè costretto - reagì con una immediata legislazione antimafia, dopo le stragi di Calabria nessun intervento normativo è intervenuto. Il legislatore italiano, nell'ultimo ventennio, non ha formito alcuno strumento utile al lavoro dei magistrati, depotenziando l'asse legislativo che aveva permesso una lotta concreta alla criminalità organizzata"(...).

"(...) Per sconfiggere la 'ndrangheta è necessario che vengano modificati 10-15 articoli del Codice di Procedura Penale. Qui invece sento parlare soltanto di indulto, quando invece con delle modifiche normative semplici ed accurate si potrebbe ridurre la potenza delle cosche mafiose dell'80%. Spero almeno che si stiano costruendo nuove carceri, altrimenti tra meno di cinque anni saremo nuovamente qui a commentare un altro provvedimento di indulto. (...)".


E' il parere deluso ed autorevole di Nicola Gratteri, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, espresso ieri sera nel corso del programma di Iacona in diretta su Rai 3.

Il noto magistrato calabrese, da tempo in prima linea nella difficilissima lotta alla 'ndrangheta, esprime il proprio disappunto nei confronti di un mondo politico assente, distante dal reale dramma che ogni giorno si consuma nei territori maggiormente soggetti all'arroganza malavitosa.

Il presidente della Camera Fausto Bertinotti, presente alla trasmissione (indignato dall'accusa rivolta da Gratteri), si impegna in una strenua difesa della classe politica italiana: "Sono stanco di sentire parlare in termini negativi della politica. Esistono politici collusi, magistrati collusi, giornalisti collusi, ma anche ottimi politici che, in Calabria, come in Sicilia lottano ogni giorno per sconfiggere la criminalità organizzata".
Ma Gratteri, per nulla intimidito, precisa: "Servono nuove leggi, non convegni, signor Presidente!".
"Questo è un convegno e lei è presente", ribatte Bertinotti.
"Ma io prima ho lavorato", ricorda Gratteri. "In quanto a lavoro io non sono secondo a nessuno", replica Bertinotti, che poi afferma: "Non condivido questo attacco sconsiderato all'indulto. Quando la richiesta di clemenza arrivò, in passato, da Giovanni Paolo II venne accolta da tutti con grande commozione".

L'evidente imbarazzo del conduttore Iacona viene attenuato soltanto nel finale da Bertinotti che, con grave ritardo, esprime (apparente) stima al magistrato calabrese: "Lei lavora bene e mi può insegnare quanto sia labile il confine tra buona e cattiva politica, ma non sono d'accordo con lei sull'indulto, credo invece che le nuove leggi che lei invoca non vadano a cozzare con l'indulto che è solo un atto di clemenza".

Nicola Gratteri, ogni mattina, rischia la vita nella propria terra per combattere la collusione tra politica e mafia. E' un po' il Falcone di Calabria.

I mezzi a disposizione sono vergognosamente inadeguati. La denuncia di incredibili carenze di strumenti e di uomini per combattere la 'ndrangheta è stata più volte ribadita.

Speriamo non rappresenti un nuovo "morto che cammina".